Con il progetto “Green zone” gli immigrati ci aiutano a casa nostra

Un progetto contro corrente che sta dimostrando quanta ricchezza possano rappresentare gli immigrati per il nostro territorio. Questo e molto altro è “Green zone”, un percorso di volontariato che vede protagonisti i titolari e richiedenti protezione internazionale ospiti nelle strutture della rete SPRAR gestite dalla Fondazione San Giovanni Battista il cui ente titolare è il Libero Consorzio dei Comuni di Ragusa. I ragazzi, titolari o richiedenti protezione internazionale, da alcuni mesi stanno svolgendo attività di salvaguardia e manutenzione del verde pubblico in stato di abbandono e degrado e manutenzione di strutture pubbliche.

“La gente che ci incontrava per strada – raccontano i protagonisti di questa storia – ci faceva i complimenti. Ci stiamo sforzando per rendere migliore la vostra città e questo ci rende felici perché ci offre il modo per un aiuto reciproco. Noi siamo fieri e felici di essere in Italia”.

“E’ chiaro – aggiunge Renato Meli, presidente della Fondazione San Giovanni Battista – che noi faremo sempre la nostra parte nella speranza che progetti come questi possano moltiplicarsi. Sogniamo, anzi, che queste attività possano non più essere progetti saltuari ma modelli per la vita ordinaria. Auspichiamo e lavoriamo perché possano venire giorni in cui non sarà necessario attivare percorsi per dimostrare qualcosa a qualcuno ma si possa capire il valore dell’umanità a prescindere da razze e culture. Finché avremo la forza ci batteremo per tutelare i diritti dei più deboli, degli ultimi dei quali nessuno realmente si occupa”.

“Questo progetto – spiega Raffaele Falconieri, dirigente del Libero Consorzio – ha una grande importanza per i risultati ottenuti e, ancor di più perché, in un momento in cui di immigrazione si parla sempre e solo in termini negativi, ci sono azioni positive e di valore che non devono passare nel silenzio. Green zone è la dimostrazione di attività che vanno nella direzione del concreta e fattiva presenza dell’immigrato nel territorio. È un ulteriore esempio di quanto virtuoso possa essere il sistema di accoglienza dello SPRAR. Ringrazio la Fondazione San Giovanni Battista per avere prontamente accolto questa nostra idea”.

Il progetto si concluderà alla fine del 2019.

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