Le migrazioni nello sguardo della Dottrina sociale della Chiesa

“Le migrazioni nello sguardo della Dottrina sociale della Chiesa”. Questo il tema dell’incontro che si è tenuto ieri all’auditorium “Carlo Pace” di Comiso. L’iniziativa, promossa dalla Fondazione San Giovanni di Ragusa in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, ha avuto come relatore Mimmo Muolo, vaticanista per il quotidiano “Avvenire”.
“Le migrazioni – ha ricordato in apertura Renato Meli, presidente della Fondazione – rappresentano uno dei fenomeni più complessi e significativi del nostro tempo, coinvolgendo aspetti umanitari, sociali, economici e culturali. È un tema che ci interroga ogni giorno. Basti pensare al calo demografico che vive l’Italia e che neanche le immigrazioni consentono di recuperare. Il tasso di produttività in calo nel nostro Paese pretende la presenza di mano d’opera che solo gli stranieri possono e vogliono offrire. Solo in provincia di Ragusa le emigrazioni sono pari ad oltre quattro mila persone che sono andate all’estero. In Italia sono quasi un milione le persone, per lo più giovani e preparate, che hanno abbandonato in pochi anni questo Paese. Per questo è importante affrontare il fenomeno della Migrazione con serietà e con sguardo aperto”.
Mimmo Muolo, attento osservatore della società e grande esperto della dottrina sociale della Chiesa ha ricordato come nel Vangelo, ci sono diverse fonti che parlano di accoglienza allo straniero.
“Un esempio importante – spiega – si trova nel Vangelo di Matteo dove Gesù dice: “Ero forestiero e mi avete ospitato”. Questo passo sottolinea l’importanza di accogliere gli stranieri, evidenziando il valore della compassione e dell’ospitalità”.
L’imprescindibile punto di partenza evangelico è, appunto, un primo passo verso una riflessione molto approfondita.
“Al centro della visione della Chiesa sulle migrazioni c’è la dignità intrinseca di ogni essere umano, creato a immagine di Dio. La Dottrina sociale della Chiesa sottolinea che i migranti devono essere trattati con rispetto e considerazione, riconoscendo i loro diritti fondamentali, come il diritto alla vita, alla libertà, alla sicurezza e a condizioni di vita dignitose. La Chiesa invita le comunità e chi opera in politica a garantire protezione e assistenza a chi è costretto a lasciare la propria terra evitando inutili schieramenti o prese di posizione ideologiche”.
L’accoglienza, dunque, non rappresenta solo un atto di carità, ma è un dovere morale che riflette l’amore cristiano e la fraternità universale.
“Le istituzioni pubbliche e le comunità locali – prosegue Muolo – devono creare condizioni favorevoli all’integrazione e nel promuovere politiche migratorie giuste e umane. È importante favorire un dialogo interculturale e combattere ogni forma di ghettizzazione, xenofobia e razzismo”.
Per la Chiesa, le migrazioni sono anche un’opportunità di testimonianza evangelica e di riflessione etica sui fenomeni che spingono le persone a migrare.
“La dottrina sociale della Chiesa – avverte Muolo – invita a riflettere sulle cause profonde delle migrazioni, come le ingiustizie economiche, le guerre e i cambiamenti climatici. La Chiesa sostiene un impegno globale per promuovere uno sviluppo equo e sostenibile, affinché le persone possano vivere nelle proprie terre con dignità e speranza”.
Il pensiero va all’enciclica “De rerum novarum” promulgata da Leone XIII nel 1891. “Anche se l’enciclica non tratta direttamente il tema della migrazione, il suo messaggio di solidarietà, giustizia e rispetto per la dignità umana può essere applicato anche a chi si sposta da un luogo all’altro in cerca di migliori condizioni di vita”.
Mimmo Muolo ricorda come in tempi recentissimi la Chiesa ha affrontato direttamente il tema della migrazione in altri documenti e insegnamenti. Un esempio importante è l’Enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco, che richiama l’importanza della fraternità e dell’accoglienza, invitando a superare le barriere e a costruire una società più giusta e solidale.
Importanti i passaggi in cui il vaticanista di “Avvenire” sottolinea i doveri del migrante accolto in una terra straniera e la necessità di comprendere anche le percezioni distorte che l’opinione pubblica può sviluppare sul tema delle migrazioni. “Occorre – dice – che ogni migrante rispetti le leggi del paese ospitante, che operi uno sforzo autentico per integrarsi nella comunità locale. È importante che mantenga un atteggiamento di rispetto verso le persone e le culture che lo accolgono. È anche importante cercare di capire le ragioni di chi teme la presenza degli stranieri per mantenere un con loro un dialogo costruttivo e non ideologico”.