Il progetto SAI “Accoglienza Casmenea” in prima linea per l’integrazione

Sicilia e disoccupazione: un binomio che sembra essere qualcosa che va oltre il luogo comune per rappresentare una triste realtà. Non per il progetto SAI “Accoglienza Casmenea” del Comune di Comiso gestito dalla Fondazione San Giovanni Battista, né tantomeno per gli altri progetti che abbiamo in affidamento.

A Comiso, pur operando in un contesto oggettivamente complesso, si stanno ottenendo importanti risultati dal punto di vista occupazionale.

“Accoglienza Casmenea” può ospitare 36 beneficiari. Attualmente i ragazzi presenti sono 25. Nel mese di giugno 2022 su 30 accolti si sono concretizzati 18 contratti di lavoro regolare subordinato. Mentre altri 4 ragazzi hanno effettuato l’integrazione nel territorio grazie ad altrettante assunzioni.

“Si tratta – spiega Alessandro Guastella, responsabile del progetto – di numeri importanti che sono frutto di un impegno quotidiano costante e concreto che coinvolge l’intera equipe multidisciplinare”.

Alfabetizzazione costante, stesura del bilancio di competenze, compilazione dei curriculum vitae, orientamento ai servizi del territorio e ampie panoramiche legali incentrate sul diritto al lavoro. Questi gli strumenti che vengono adoperati per favorire un ingresso consapevole nel mondo occupazionale. Il progetto SAI è nel tempo diventato un punto di riferimento per le aziende del territorio e per i piccoli artigiani che cercano forza lavoro. “Di anno in anno – prosegue Guastella – abbiamo costituito una rete con le aziende e con gli imprenditori virtuosi che qui operano e che in noi trovano massima disponibilità alla collaborazione”.

“Alla base di questi risultati – spiegano Salvatrice Iacono e Stefania Pace, assistente sociale ed educatrice del progetto – c’è una certosina ricerca tra gli annunci di lavoro online. Una ricerca che viene effettuata sia dai beneficiari che dalla nostra equipe. C’è inoltre un contatto e una relazione continua con le aziende. Il nostro compito è anche quello di fare incontrare le legittime aspirazioni dei nostri ragazzi, le loro attitudini, con le possibilità concrete di ottenere un contratto”. Un circuito positivo che sviluppa fiducia e garantisce ai titolari di protezione accolti di costruire solide basi per il loro futuro. Edilizia, agricoltura, turismo e artigianato i settori che garantiscono i migliori sbocchi.

“Per tutti noi – sottolinea Renato Meli, presidente della Fondazione San Giovanni Battista – il tema del lavoro è centrale. Occorre affermare con forza che il lavoro irregolare e sommerso non può e non deve rappresentare una soluzione per nessuno. Anzi, è un baratro nel quale chi vi precipita trova solo sconforto e sfruttamento. Al contrario, noi ci impegniamo per creare fiducia nel mondo, nel progetto, nel lavoro di orientamento. Da questo percorso nascono storie che è bello raccontare per generare sempre nuova fiducia e nuove possibilità per il territorio”.

Condividi su: