La gioia del Vangelo è senza confini, la testimonianza di Tohmmy

Si è svolto venerdì 19 ottobre nella parrocchia di San Francesco a Ragusa un momento di preghiera e di riflessione missionaria sul tema “Giovani per il Vangelo”.
Tra le tante voci che hanno arricchito la serata, anche quella di Thompson Igheridafe, per gli amici Thommy, ospite del progetto SPRAR “Famiglia amica” con sede in via Carducci.
Questa la sua toccante testimonianza che offriamo alla vostra lettura nella speranza possa essere utile per una riflessione. Con Thommy, anche Daniel Hadone, anch’egli nigeriano ed oggi operatore presso il progetto SPRAR “Biscari”.
“Mi chiamo Thompson, sono nigeriano , della città di Worri, ho 27 anni. Da Worri, sono andato in Benin, po a Kano, vicino il Niger; dal Niger sono andato in Libia. Il periodo trascorso in Libia è stato molto duro per me.
Il viaggio è durato due settimane.
Sono arrivato in Italia a Pozzallo, con una barca, due anni fa. Quando sono arrivato non avevo niente. Oggi, qui, ho trovato negli operatori del centro SPRAR di via Carducci, la mia famiglia e per questo, desidero restare qui. Io non ho piu i genitori. Attualmente lavoro presso un bar della città e ho fatto la domanda per svolgere il servizio civile in Caritas. In nigeria frequentavo la chiesa pentecostale, sono cristiano.
oggi, a Ragusa, frequento la chiesa della “Sacra famiglia” e ho chiesto di essere battezzato e sto frequentando il catechismo e il gruppo delle cellule. Riceverò il battesimo a Pasqua. Nella chiesa della Sacra famiglia ho sentito tanta accoglienza: a luglio, per tre settimane, ho svolto il Grest con i bambini di 5 e 6 anni e con i ragazzi tra i 14 e i 15 anni (giocavamo insieme, cantavamo, ballavamo, giocavamo a calcio, siamo andati a mare tre volte). Mi piace aiutare gli altri, mi piace pregare insieme agli altri.
Mi piacerebbe che noi, che siamo tutti cristiani, fossimo una famiglia, ci rispettassimo come persone. La vita non è facile per nessuno, ma la preghiera ci unisce e ci aiuta nelle difficoltà. E’ importante ascoltare e conoscere l’altro, per non avere pregiudizi, per aprire il proprio cuore.
La fede per me e’ importante perché sento Dio come un padre che mi ha dato la forza di superare tanti momenti difficili (la perdita dei miei genitori, il lasciare la mia terra, la vita in libia). Ai giovani come me vorrei dire di donare il proprio tempo agli altri, di saper ascoltare le persone che arrivano da altri luoghi, di saper gioire perché la vita e’ preziosa. si, io credo nella gioia del Vangelo e nella relazione con Gesù, che considero l’amico più importante”.

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