Profeti di bellezza per custodire il creato

“Per essere profeti di bellezza e custodi credibili del nostro Creato, dobbiamo fare in modo che la nostra fede pensata venga agìta, che passi dalla mente al cuore, alle braccia, che si traduca quindi in azione concreta”. Con questa idea Renato Meli, presidente della Fondazione San Giovanni Battista, introduce all’iniziativa che si è svolta ad Acate domenica 15 ottobre. La “Giornata per la custodia del Creato” ha visto tra i protagonisti anche numerosi ragazzi ospiti dei progetti della rete nazionale SAI gestiti dalla Fondazione. Giovani egiziani, somali, eritrei, nigeriani, bangladesi che si sono trovati uniti nella spiaggia di Marina di Acate con una sola intenzione: aiutare i volontari coordinati dall’associazione Plastic Free a ripulire lo splendido tratto di costa dalla infestante presenza della plastica. “La presenza di questi uomini – prosegue Meli – è una testimonianza capace di ribaltare il luogo comune secondo il quale gli stranieri sporcano e sono inutili alla nostra società. I nostri ragazzi, invece, puliscono laddove c’è più bisogno e dimostrano di amare il territorio che li ospita e che li protegge. Insieme custodiamo ciò che Dio ci ha donato”. “Siamo venuti qui – spiegano i ragazzi dei progetti SAI – perché ci è stato spiegato dagli operatori del progetto che dovevamo pulire questa spiaggia. Per noi è una bella esperienza che ci fa sentire utili. Vogliamo fare sapere a tutti che noi siamo disponibili ad aiutare e siamo pronti a fare la nostra parte per questa terra che ci sta dando tantissimo”.

L’operazione di pulizia dell’arenile è stata preceduta dalla Messa celebrata dal vescovo di Ragusa, monsignor Giuseppe La Placa. “Rivestitevi dell’abito nuziale – ha ricordato citando il vangelo di Matteo – per vivere con efficacia il servizio nel giardino dove siamo posti a vivere. Rivestitevi di rispetto, amore, prossimità, capacità di custodire il bene del creato, da godere, amare e conservare per chi verrà dopo”. Parole che sono state ascoltate ed accolte e messe in pratica da tutti i ragazzi del SAI che, è giusto ricordarlo, provengono da culture, religioni differenti dalle nostre.

“Abbiamo vissuto una giornata significativa – aggiungono i coordinatori delle equipe dei progetti – che ha coinvolto i nostri ragazzi e che speriamo sia da stimolo per loro e per quanti credono nella cooperazione al fine di migliorare questo territorio”.

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